Visita di studio “Romagna mia” con Enrico Franceschini

Edizione 2023
LUOGO:

Cesena e Cesenatico


PERIODO:

24-26 Marzo 2023

RESOCONTO DELLA VISITA DI STUDIO
Visita a Cesena e Cesenatico: 24-26 Marzo 2023

Partiamo alla spicciolata il venerdì mattina in modalità treno-sparso per il viaggio cultural-gastronomico attraverso la Romagna (come sta scritto nel programma). La meta è rappresentata dai luoghi in cui hanno preso vita i Romanzi di Enrico Franceschini, scrittore e giornalista corrispondente dall'estero del quotidiano la Repubblica per il quale ha lavorato nelle sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e Londra. Prima tappa Cesenatico, la Borgomarina dei romanzi di Enrico, luogo in cui abita, “in un capanno in cima al porto canale”, il protagonista Andrea Muratori detto il Mura.
Appena arrivati siamo subito attirate dalla placida accoglienza del paesaggio marino, il porto canale disegnato Leonardo da Vinci ci conquista insieme alla flotta di pescherecci sonnacchiosi ormeggiati nel canale in questo tranquillo pomeriggio di primavera. Una promenade tra il chiacchiericcio dei gabbiani gustando un fantastico gelato (ricotta e fichi caramellati) fino al centro storico ascoltando l’amarcord del nostro Enrico tra palazzine colorate e antichi portoni prospicienti il canale alla moda delle isolette francesi o di Burano. In serata il “gastronomico” è spettacolare, risotto alla moda di una volta e fritto di pesce insuperabili. Il dopo cena la trascorriamo ancora in giro allegramente tra canti e girotondi vista mare.

Sabato, seconda tappa, assolutamente immancabile per le socie di Donne in Corriera: la visita alla Biblioteca Malatestiana di Cesena, fondata nel 1450 dal signore della città, Malatesta Novello, e dai frati francescani del vicino convento. La sala di lettura ovvero “L’aula del Nuti” è un piccolo capolavoro dell’architettura rinascimentale conservato nella sua totalità, patrimonio della “Memoire du monde” dell’Unesco.

https://www.homolaicus.com/arte/cesena/malatestiana/1.htm.

Sembra quasi di vederli i monaci arrivare silenziosi e sedersi per studiare aprendo i bellissimi codici manoscritti sistemati sotto i plutei ( i banchi di lettura) nello stesso ordine di quasi 600 anni fa, assicurati da catenelle in ferro battuto alla struttura lignea. Personalmente mi ha stupito la capacità comunicativa della famiglia Malatesta. I vari signori hanno pensato bene di spargere per ogni dove descrizioni della loro progenie, di apporre i loro stemmi su tutti i 29 banchi posti nei due lati della sala e, infine, di immortalare con una sorta di twitter in pietra, l'epigrafe celebrativa ripetuta nel pavimento dell'aula, il finanziatore della biblioteca, tanto per capirci:
“Sia l'interno che l'esterno della Biblioteca Malatestiana sono disseminate di lapidi murarie dedicatorie che insieme ai simboli e agli stemmi araldici sembrano voler segnare inconfondibilmente il territorio e i luoghi privilegiati della Signoria cesenate e testimoniarne lungo il corso dei secoli l'illustre fama.
L'epigrafe celebrativa dell'architetto fanese Matteo Nuti collocata per volere di Malatesta Novello sul fianco destro nell'atrio esterno della biblioteca è probabilmente la prima che viene disposta. Essa riporta nella cornice superiore la data di conclusione della biblioteca, il 1452 (MCCCCLII). Altre epigrafi vengono collocate in seguito anche nei muri esterni sotto il rosone e sopra le finestrelle archiacute.”
L'iscrizione in pietra riportante il motto: "MAL(ATESTA) NOV(ELLUS) / PAN(DULPHI) FIL(IUS) / MAL(ATESTE) NE(POS) / DEDIT" si ripete nel pavimento della Sala del Nuti ad ogni campata ed in maniera pressoché immutata con l'unica variante aggiuntiva finale di "HOC DEDIT OPUS", sull'architrave muraria del portale e in altri punti dell'edificio, anche in esterno nelle cortine laterizie.
Racchiuso nel timpano triangolare sovrastante il portale d'entrata alla biblioteca vi è il bassorilievo dell'elefante con il celebre motto: "ELEPHAS INDUS CULICES NON TIMET". L'elefante indiano non teme le zanzare.

Il motto di Domenico Malatesta, Signore di Cesena. Ovvero chi è forte non si cura delle meschinità e delle piccinerie tipiche dei deboli. E’ stato sovente utilizzato nella storia per spiegare il fatto che un governante non sempre ha bisogno di combattere e perseguitare i propri oppositori.

https://www.homolaicus.com/arte/cesena/malatestiana/9.htm

Nella “Sala Piana” della biblioteca, oltre ai volumi appartenuti a Pio VII Chiaramonti, è possibile ammirare i corali miniati del Duomo e i Corali del Bessarione. Oltre al patrimonio antico inestimabile perfettamente conservato fino ai nostri giorni, la Biblioteca Malatestiana ospita anche una scena dell'ultimo romanzo di Franceschini: il Mura opera in uno scenario davvero mistico!
Proseguiamo l'escursione verso Sant'Arcangelo, borgo medievale sulle prime colline dietro la Riviera, sede del festival internazionale del teatro di piazza. Sant’Arcangelo dei Teatri (come ci spiega, durante in tragitto in pulmann, la nostra Diane Guerrier) dal 1971 ha ospitato attori del calibro di Dario Fo e Franca Rame, compagnie teatrali quali il Teatro Valdoca di cui è fondatrice la poetessa Mariangela Gualtieri insieme al regista cesare Ronconi. Il teatro Kismet, orgoglio tutto Barese, è una punta di diamante in questo ambito e Diane con accuratezza ne racconta l’evoluzione.
Pomeriggio intenso per le esperte dello shopping in un contesto assolutamente leggero e piacevole nel bellissimo borgo.
Ma Sant’Arcangelo è anche la casa madre delle tagliatelle romagnole… quindi, al tramonto, concludiamo il viaggio tutti in allegria pasteggiando all’emiliana nel ristorante storico “la Sangiovesa”. All’interno oltre alle cantine e alla galleria delle colombaie c’è anche un pozzo dei desideri...
Hai visto mai, si avvera il miraggio… di fare un altro viaggio!!!


Margherita Diana